giovedì 6 agosto 2009

Detenuti in rivolta a Ivrea

Ieri nel carcere di Ivrea cinque detenuti, tutti di nazionalità algerina, per protesta si sono automutilati utilizzando lamette da barba. Dopo l'intervento della polizia penitenziaria per sedare la rivolta, cinque agenti sono finiti in ospedale "per accertamenti sanitari per possibile rischio contagio; uno ha riportato anche la rottura della mano". A riferirlo è il segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci, che invoca l'intervento del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, definito "ministro smaterializzato". "Il fatto l'abbiamo appreso solo oggi - spiega l'esponente dell'Osapp - ma è avvenuto ieri alle 13 nella sezione primo livello della casa circondariale eporediese. Lo spettacolo che si mostrava agli agenti penitenziari intervenuti era veramente terribile: basti solo pensare al sangue che scorreva a fiumi e ai brandelli di carne strappata sparsa su tutto il pavimento della sezione. Uno spettacolo agghiacciante che ci ha riferito un nostro collega, che per il disgusto ci ha raccontato di essersi sentito anche male. Soprattutto quando i cinque manifestanti hanno rifiutato di ricevere le cure necessarie e di rientrare in cella e con le lamette hanno iniziato a minacciare gli altri agenti accorsi". Il segretario generale dell'Osapp ricorda anche quanto avvenuto lo scorso 1 agosto a Lucca: "Quella che doveva essere la solita pacifica protesta dei detenuti mediante battitura delle inferriate si è trasformata in una rivolta vera e propria. Oramai che si brucino i materassi e si utilizzino le bombolette del gas come molotov è un fatto consueto, drammatico ma purtroppo consueto. Sta di fatto che da una semplice dimostrazione di disagio, nel penitenziario di Lucca, si è arrivati ad una sezione detentiva completamente distrutta, che si aggiunge a quella chiusa ad Ivrea per precauzione igienica".

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